About Us
La compagnia teatrale Icore nasce il 13 settembre 2016 a Bologna su iniziativa di Azzurra Manetti, Daniel Vincenzo Papa De Dios, e Oretta Bressan. Essa opera principalmente in territorio bolognese, dove ha collaborato con realtà quali il CostArena e il Teatro del Navile.
La compagnia cerca di rendere partecipe lo spettatore affinché questo sia attivo, direttamente o indirettamente, e si senta veramente coinvolto nell'esperienza teatrale. A questo proposito Icore sperimenta ed esplora il rapporto con spazi non convenzionali (a livello teatrale) quali piazze, nel caso dello spettacolo L'idiotedio, case o discoteche ad esempio con Godot sono io e Cyberdramma . Attualmente la compagnia è composta da Azzurra Manetti, Daniel Vincenzo Papa de Dios, Leonardo Sbabo, Andrea Meloni, Aurora Del Re e Luca Guglielmetti.
Compagnia Icore incarna il punto d’incontro tra i suoi componenti di origini diverse, con i rispettivi punti di vista riguardo l’arte, il modo di vivere il teatro, di fare teatro e non solo. Uno degli scopi principali della compagnia è la rivalutazione e la diffusione di un concetto di “teatro” che punta a coinvolgere lo spettatore attraverso l'uso di molteplici linguaggi espressivi e l'ibridazione di essi, per creare così una maggiore consapevolezza culturale e artistica. A questo proposito intende produrre eventi e performance mantenendo un'apertura a collaborare e a confrontarsi con altre realtà culturali e con singoli artisti.
La compagnia
Daniel
Il teatro rappresenta un momento di incontro e condivisione: significa stare insieme ad altri guardando ed essendo guardati.
Ogni esperienza teatrale e performativa richiede la condivisione e la creazione di rapporti.
Desidero creare un’esperienza teatrale che determini il coinvolgimento del pubblico in toto, dall’attivazione dei propri sensi alla coscienza del proprio essere.
Per me l'arte performativa si costruisce come amalgama di presenze e di tensioni, essa è un fantasmagorico specchio dalla strana percezione, poiché dinamica e cangiante.
Credo fedelmente che il teatro e la performance siano indispensabili nella rivendicazione e rivalutazione di una “profonda essenza”. L’esperienza teatrale non è da ridursi alla mercé del concetto di "bello spettacolo":
c'è altro, c'è oltre.
Azzurra
Da quando mi sono aperta
un varco verso il teatro sono rimasta affascinata dalla sua incredibile capacità di comprendere tutti gli
ambiti artistici: la scena è parlante, un insieme che comprende il progettare, lo scolpire,
il dipingere e il decorare
in vista di una fusione idealizzata delle varie arti.
Il mio interesse nasce dalla continua ricerca di un’armonia generale presente
nel mondo che ci circonda, e che può nascere da incontri
fortuiti di forme, linee, colori e materiali.
Leonardo
La scena come realtà virtuale, dimensione libera di pensiero dove fantasia e ingegno sono in grado di partorire forme libere. Mi diverto a rovesciare e assemblare, analizzare e scomporre le strutture portanti delle mie idee palesandone e valorizzandone le illusioni e i processi.
Voglio coinvolgere lo spettatore in universi invasi di personaggi e scostare leggermente il velo che ne nasconde gli artefìci e gli architetti.
La ricerca di un'infinita spirale di creazione che supera le barriere spaziali e temporali, che incorpora le menti di autori, attori e spettatori come fossero antenne e ripetitori.
Luca
Aurora
Il teatro come “non luogo”, uno spazio intermedio tra realtà e fantasia dove ogni logica comune perde la consistenza del necessario e del giusto per diventare gioco curioso, tempo privilegiato, dubbio insinuato nella ricerca di una verità che non si allontana mai troppo dal proprio io ma che vive solo nell’incontro con l’alterità.
È di questa alterità che il teatro si nutre, nella continua scoperta di forme comunicative essenziali, primitive.
È un ritorno all’origine, un viaggio che cerca di eludere le falsità convenienti di una società sempre più gelida e indistinta per ritrovare il fuoco di un sentimento più fervido e autentico.
Datemi una stanza e delle menti aitanti con cui collaborare e il nostro viaggio potrà iniziare. Viaggio senza orologi né risposte certe, ma tiepido manforte di chi non si arrende.
Andrea